Bobba: "Entro fine marzo, due bandi nazionali per le politiche giovanili"

23 Marzo 2015

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Luigi Bobba (Sottosegretario alle politiche giovanili) conferma: “Prima di fine marzo partirà un bando di 2,4 milioni di euro dove sono stati raccolti i fondi per le politiche giovanili da destinarsi su 2 direttrici d’intervento” spiega Luigi Bobba. Da un lato si andranno a finanziare iniziative a contrasto di situazioni di disagio, dall’altro si vogliono promuovere talento e creatività. Il bando sarà riservato a realtà associative che hanno già lavorato su questi temi e sarà un sostegno importante alle attività di assessorati e reti sociali dell’intero territorio nazionale.

Ma come stanno le politiche giovanili?

Il sito del Servizio Civile Nazionale in questi giorni va a rilento: è uscito l’attesissimo bando del 2015 per 30.000 volontari e l’attesa, in una situazione economicamente difficile proprio per gli under 30, era probabilmente alta. Il progetto, partito oltre 10 anni fa, era andato via via scemando arrivando a non essere addirittura finanziato nel 2013.

Ma quanto accaduto nel 2013 non è che un aspetto delle problematiche legate al modo in cui le politiche giovani sono state viste in questi anni. Come stanno cambiando oggi le cose? In occasione della presentazione del progetto Erasmus+ di lunedì 16 marzo a Vercelli da parte dell’Agenzia Nazionale Giovani, abbiamo chiesto a Luigi Bobba, sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, di farci un punto sulla situazione dalla quale veniamo e di quella verso cui il Governo si sta muovendo.

Quali sono stati gli errori commessi in questi anni? L’on. Bobba non ha dubbi: “Non c’è stata una concentrazione di interventi sulle aree di maggior rilevanza per il cammino di ciascun giovane. Il costo della flessibilità in questi anni è stato tutto scaricato sui giovani, c’è stata una riduzione di investimenti in formazione e ricerca mentre in altri paesi, nonostante la crisi, gli investimenti crescevano del 20%.” In questi anni è calato del 14% il numero di iscritti all’Università, e l’Italia non brilla in Europa per il numero di laureati.

E l’errore politico non è stato solo economico. “Isolando i giovani come un problema non c’è stata una politica trasversale su formazione-lavoro-cultura-inserimento sociale. In ogni provvedimento ci vuole un occhio ai giovani, non vanno messi in un recinto” sottolinea Bobba.
Ma quali sono le iniziative messe in questi mesi in campo dal Governo? Oltre al Progetto Garanzia Giovani già partito da qualche tempo e al rinato Servizio Civile Nazionale ci sono altre tre idee sulle quali si stanno spendendo le energie nazionali e locali.

Erasmus+

Tra le iniziative su cui il Governo ha deciso di puntare per i prossimi anni c’è il progetto Erasmus+, il programma dell’Unione europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport che con un’importante azione politica a livello europeo è stato fortemente finanziato per il periodo 2014-2020. Il programma raccoglie sotto un unico cappello le iniziative intraprese negli anni passati dall’UE per giovani e non solo.

Ma cosa cambia questa volta per l’Italia? “L’Agenzia Nazionale Giovani è stata potenziata e valorizzata e vogliamo che corra per il territorio, non resti a Roma” spiega Bobba, lasciando così intuire alcuni limiti del passato. E’ in quest’ottica che l’Agenzia è venuta anche a Vercelli. E l’idea è che ogni iniziativa trovi riverbero sull’altra: sarà fortemente incentivato lo SVE, il Servizio di Volontariato Europeo, ma questa è un’azione utile alla promozione del Servizio Civile Nazionale, quest’anno aperto anche ai partecipanti da altri paesi europei.

Il Volontariato come parte integrante del curriculum scolastico

Il protocollo d’intesa è stato già firmato tra MIUR, ministero degli Affari sociali e Dipartimento giovani e servizio civile e nei prossimi giorni ci sarà una riunione operativa per far si che dal prossimo anno scolastico diventi attivo un progetto che pone le basi da esperienze già portate avanti all’estero. L’idea è quella di creare percorsi curriculari per “imparare aiutando”, cosa che, ci spiega il sottosegretario, ha portato risultati interessanti nei paesi dove progetti simili sono già attuati: si riesce a intervenire nel recupero di studenti con percorsi scolastici difficili che rischiano l’abbandono, si motivano gli studenti e si da loro l’occasione di fare un’esperienza che si è visto avere un riflesso sull’inserimento lavorativo.

Fonte: In evidenza.Info